Paolo Brambilla: spazi di luce e colore

Due individui in abiti scuri stanno fianco a fianco con i volti oscurati da riquadri grigi su uno sfondo chiaro.
Paolo Brambilla, architetto co-fondatore dello studio Calvi Brambilla, ha firmato progetti di design e di interni applicando un linguaggio fatto di colori, luce e riflessi. Tre elementi progettuali in connessione costante e dalla cui relazione nascono idee creative per spazi accoglienti. In questo articolo, Paolo ci racconta il suo approccio a luce e colore come strumenti di progetto.
Due individui in abiti scuri stanno fianco a fianco con i volti oscurati da riquadri grigi su uno sfondo chiaro.
Chi è Paolo Brambilla
Paolo Brambilla ha studiato presso il Politecnico di Milano e l’Universitat Politècnica de Catalunya a Barcellona, laureandosi nel 1999. Da studente a insegnante: è stato docente di Design degli Interni presso la Scuola del Design del Politecnico di Milano ed è stato Consigliere dell’Ordine degli Architetti, sempre a Milano. Co-fondatore nel 2006, con Fabio Calvi, dello studio Calvi Brambilla, presenta così il loro approccio progettuale: “in un panorama creativo in cui le tendenze portano all’uniformità del senso estetico, la personalità dello studio Calvi Brambilla si esprime sempre a sorpresa, ponendo al centro il racconto e comunicando con la massima efficacia”.

Creatività e rigore, colori e purezza, luce e riflessi: lo studio milanese Calvi Brambilla gioca con gli opposti per creare interni o elementi di design capaci di racchiudere quiete e vivacità. Osservando i progetti più recenti, dall’appartamento milanese sviluppato con la neo-associata Marisa Rotolo, ai flagship store e padiglioni espositivi di archetipi del design inaugurati durante l’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano (ben sei!), si attraversano questi contrasti e si incrociano, passo dopo passo, nuove interpretazioni della relazione fra luce e colore.

Dalla scelta oculata dei toni e della loro saturazione, all’alternanza fra superfici opache e lucide, fino alla ricerca dell’equilibrio fra luce naturale e suoi riflessi, nascono progetti e metodi progettuali tutti da studiare. Paolo Brambilla, co-fondatore dello studio attivo anche nei ruoli di design curator e art director, approfondisce la relazione fra luce e colore e nelle sue risposte compaiono anche alcuni spunti pratici: sono particolarmente utili per comprendere le ripercussioni concrete legate alle scelte su colore e luce nella percezione dello spazio.

Percepire i colori attraverso la luce: è un’illusione?

Il colore del sole, al contrario di quanto ci hanno insegnato da bambini, non è il giallo. Il sole emette in tutto lo spettro di luce visibile, ovvero, in altre parole, emette luce bianca: se così non fosse, la neve sulle montagne ci apparirebbe colorata. Se portiamo la luce naturale all’interno degli ambienti – in particolare la luce zenitale - avremo una resa cromatica ideale: lo sanno bene i pittori che amano avere lo studio illuminato dall’alto.

Esposizione, luce e colore: come mettere in relazione queste tre variabili? Ci sono tonalità più adatte di altre in funzione dell’esposizione alla luce durante il giorno?

La fisiologia di tutti gli esseri viventi è regolata dalla luce del sole, in base a quello che viene chiamato ritmo circadiano.  La luce del sole, infatti, è bianca soltanto a mezzogiorno, mentre, a causa della relazione con l’atmosfera, è più calda al mattino e alla sera. Il nostro corpo, come quello degli animali e delle piante, è sensibile alla temperatura della luce e per un buon funzionamento dello stesso la luce naturale con le sue fluttuazioni giornaliere è fondamentale. Le pareti bianche possono essere usate come riflettori della luce naturale; pertanto, dipingere di un colore molto chiaro la parete opposta ad una finestra è sempre una buona scelta.

Veniamo al piano pratico. La percezione sulle dimensioni di una stanza dipende anche dalla luce e dai colori: che consigli puoi dare per aumentarla?

Le pareti bianche vanno usate come riflettori di luce naturale. Tuttavia, se una parete non è propriamente bianca, ma ha una componente cromatica, va tenuto presente che rifletterà una luce leggermente colorata, cambiando la percezione degli oggetti. Un bianco caldo può rendere l’ambiente più accogliente proprio perché farà sembrare più coloriti i volti delle persone che lo abitano. 

Le altre pareti, invece, possono essere anche molto scure, perfino nere: una parete o un soffitto scurissimi danno effetti di profondità straordinari e fanno sembrare gli ambienti più grandi.

Ci sono colori più adatti a specifiche aree geografiche in funzione della loro luce? Ad esempio, agli antipodi, che colori usare per un appartamento in Scandinavia e quali in Sud Africa?

Gli ambienti con colori molto freddi sono adatti per la luce e per le temperature dei Paesi più caldi, mentre il senso di accoglienza che dà una palette di colori con componenti rosse è ideale per climi freddi. Il fatto è che il colore non ha solo una componente fisiologica, ma anche e soprattutto una componente culturale, e che la scelta del colore deve rispettare anche la cultura del luogo, non solo il clima.

“Se portiamo la luce naturale all’interno degli ambienti – in particolare la luce zenitale - avremo una resa cromatica ideale: lo sanno bene i pittori che amano avere lo studio illuminato dall’alto.”

Autore

Il Team Editoriale VELUX

Data di pubblicazione

lug 31, 2024

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