Park Associati: la tridimensionalità della materia

4 min di lettura
Rappresentazione grafica di una casa con diverse sezioni riempite da vari motivi e texture, suggerendo materiali o scopi differenti per ogni parte della struttura.Illustrazione: Federico Babina
I materiali per l’interior design possono essere lucidi, porosi, colorati, neutri. Possono avere grane a rilievo, riflettenti in funzione del tipo di illuminazione che li colpisce. Davide Viganò, associato e project director dello studio di architettura Park Associati, racconta qual è la relazione fra materiali e luce.
Un ritratto di un uomo con la barba che guarda direttamente verso di voi, in bianco e nero.
Chi è Davide Viganò
Laureato in architettura al Politecnico di Milano, Davide Viganò è entrato in Park Associati nel 2011, occupandosi di interior design per progetti di luxury retail, fra cui i negozi Gucci. Dopo alcuni anni trascorsi in Cina, è tornato in Park Associati, dove oggi guida i progetti di interior design dello studio. Fra i progetti seguiti, numerosi interventi residenziali oltre agli interni per gli spazi Hermès, fra cui il negozio di Firenze, per importanti studentati a Milano e per il settore hôtellerie.
Attraversare lo studio milanese Park Associati significa entrare in contatto con idee e creatività ma anche incrociare spazi di ricerca, laboratori di innovazione, luoghi di ascolto e sperimentazione, dove l’obiettivo è anche sviluppare nuovi metodi di progetto, tanto per l’architettura quanto per l’interior design o il paesaggio.

Park Associati è uno studio di architettura, interni e design con sede a Milano. Foto: Nicola Colella.

Il dipartimento di Design Technology, ad esempio, è dove alcuni specialisti indagano sull’implementazione degli strumenti digitali in modo da proporre processi progettuali innovativi. Il Park Plus, per fare un altro esempio, è “un’unità di ricerca che affianca il flusso di lavoro dello studio aiutando a migliorarne il pensiero strategico e la carica innovativa”, dichiarano direttamente dallo studio. Qui si parla di Urban Mining, di Adaptive Reuse o di materiali bio based, cioè i materiali che derivano da risorse biologiche rinnovabili come piante e microorganismi e che sono sotto la lente dei ricercatori per proporre soluzioni alternative a quelli tradizionali. Ed è proprio sui materiali che si concentra un altro ramo dello studio: la materioteca è qui un luogo di condivisione e di ricerca, dove arrivano e vengono catalogati esempi di ceramiche, legni, metalli, tessuti, carte da parati, ma anche maniglie, controsoffitti o sezioni di arredi. Un vero e proprio laboratorio dove gli architetti possono toccare con mano le varie tipologie di materiali, studiarne una loro futura collocazione mentre li mettono in relazione con la luce, con i colori del progetto e con il contesto. Davide Viganò, associato e project director dello studio, approfondisce proprio la relazione fra materiali e luce.

La materioteca dello studio Park Associati è un laboratorio dove gli architetti possono toccare con mano le varie tipologie di materiali. Foto: Nicola Colella

Come studiare la giusta relazione fra i materiali per il progetto e la luce? Quali sono le caratteristiche tecniche da tenere in considerazione?

Nella relazione tra gli interni e la luce, dal punto di vista dei materiali, entra in gioco il grado di traslucenza – cioè la capacità di far passare la luce e diffonderla – e di conseguenza la capacità stessa del materiale di assorbire la luce. Ai fini di ottenere un risultato efficace, è importante anche valutare il tipo di illuminazione, che sia naturale o artificiale, e come la stessa incide sulle superfici, se in zenitale o con una diversa inclinazione.

Quali sono i materiali naturali maggiormente capaci di valorizzare la luce naturale e quali quelli di sintesi?

Un modo di valorizzare la luce è quello di renderla percepibile attraverso la generazione di ombre. Nella scelta dei materiali va considerata la texture o grana superficiale che conferisce loro un grado di tridimensionalità, al di là della loro origine, sulle cui asperità la luce possa creare contrasto: ad esempio legni sabbiati o pietre naturali o artificiali bocciardate.

Ha dei consigli progettuali da dare a chi deve scegliere i materiali per ciascuna stanza della casa in relazione alle necessità legate all'uso della luce?

Il concept di progetto di spazi abitativi parte da considerazioni relative alla scelta dei materiali e allo studio dell’illuminazione che mirano alla coerenza e all’ottenimento della migliore resa in termini di vivibilità e benessere. Nello specifico di ogni progetto, gli spazi domestici devono essere accoglienti e rigeneranti, la scelta dei materiali e l’effetto della luce su di essi devono essere funzionali a tale scopo.

"Nella scelta dei materiali va considerata la texture o grana superficiale che conferisce loro un grado di tridimensionalità, al di là della loro origine, sulle cui asperità la luce possa creare contrasto."

Alla luce della sempre più evidente necessità di spazi fluidi all’interno della casa, è preferibile prediligere materiali ‘trasversali’, come il legno e le pietre, per spazi come la zona living che occasionalmente può essere fruita come uno spazio di lavoro. La cucina è ormai sempre più spesso relazionata alla zona dining, la luce deve essere tecnica dove si prepara il cibo ed accogliente dove lo si consuma, quindi i materiali devono essere pensati per rispondere a queste diverse funzionalità degli spazi, così che la luce si relazioni con essi in modo appropriato ed efficiente. Trasversalità e coerenza sono alla base del nostro approccio progettuale in ambito di spazi abitativi.

Quali sono i materiali più cangianti se a contatto con la luce naturale?

Sono tutti quei materiali che hanno una trama ed un ordito, ad esempio tessuti, superfici lavorate e satinate come pietre e metalli.

Quali, invece, ne patiscono la presenza perché ne 'rovina' la superficie?

Generalmente tutti i materiali e le superfici vengono rovinate se non illuminate correttamente. Le superfici lucide o comunque non levigate patiscono però maggiormente un’illuminazione non corretta.

Autore

Il Team Editoriale VELUX

Data di pubblicazione

lug 31, 2024

Condividi