Federico Babina: “La luce tinge i miei lavori”

L'immagine mostra una persona in piedi su uno sfondo grigio. La testa della persona è nascosta da una forma rettangolare marrone, sopra la quale c'è l'illustrazione di una lampadina con raggi di luce, che suggerisce il concetto di idea o ispirazione. La persona indossa una maglietta nera con un punto interrogativo stampato sopra. Questa immagine può essere utilizzata nelle discussioni sulla creatività, sulla risoluzione dei problemi o sull'anonimato.
Architetto e graphic designer, per Federico Babina la luce è elemento indispensabile del processo creativo: scopre le idee, illumina l’ispirazione, indica il percorso. La finestra, in questo contesto, è il limite che indica il ‘prima’ e il ‘dopo’.
Une personne tient un bloc de dessin qui couvre son visage, avec un dessin qui s'aligne sur le profil de la personne, créant une illusion de continuité entre le visage et le dessin.
Chi è Federico Babina
Federico Babina, nato a Bologna e formato a Firenze, è architetto e illustratore; come conferma lui stesso, “alcune volte sono architetto con la passione per l’illustrazione ed altre sono un illustratore con la passione per l’architettura”. Dal 2007 vive e lavora a Barcellona e le sue opere spaziano fra racconti dedicati al cinema, al design, ad architetti o astratti.

Che peso ha la luce naturale nel tuo processo creativo?

La luce è la protagonista degli spazi in cui lavoro e illumina i miei lavori. Ho bisogno di leggere l’avanzare del tempo attraverso le variazioni di luce e colore, anche per questo cerco di lavorare sempre vicino a una finestra per spaziare con la vista e viaggiare con la fantasia. I luoghi che attraversi e le persone che sfiori sempre lasciano un segno nella tua personalità. La luce di Barcellona e le ombre di Bologna sono parte del mio immaginario creativo.

Luce, ispirazione, illustrazioni: come descriveresti la loro relazione?

Come diceva Leonard Cohen: “There is a crack in everything. That’s where the light comes in”. Nel processo creativo bisogna pazientemente cercare queste piccole fessure per vedere la luce. 
Non credo molto nell’ispirazione. Le idee sono lì che ci aspettano basta saperle vedere e per scovarle nel buio ci vuole luce. Cercare ispirazione e idee è un lavoro quotidiano e costante: è come camminare verso un luogo senza sapere come arrivarci. Alcune volte la strada si trova facilmente altre volte ci si perde durante il percorso. L’importante è voler arrivare.

Io vivo e abito tutti gli spazi delle mie illustrazioni. È inevitabile immergermi, respirare e muovermi dentro le mie immagini mentre le disegno. Ogni spazio illustrato contiene un pezzetto della mia esperienza, della mia personalità e degli ambienti in cui li creo e della luce che li veste. Mi piace pensare che ciascuno possa scegliere la sua illustrazione per leggere, incontrare e interpretare il suo immaginario. Il potere dell’illustrazione è quello di poter costruire attraverso una immagine statica un mondo di fantasia. Ognuno ha il suo.

La luce è un elemento necessario per definire atmosfere e scenari?

A volte mi piace pensare alla vita come una metafora di un grande spettacolo teatrale: si aprono le tende, entra la luce, illumina i protagonisti e la scenografia e comincia lo spettacolo. Una recita dove c’è spazio per l’improvvisazione e dove i protagonisti giocano tra il mistero delle ombre, nella ricerca della luce. La luce scolpisce il carattere degli ambienti ne definisce l’umore e lo stato d’animo, dipinge atmosfere in una danza di volumi solidi, scandita da un ritmo ed una melodia cambiante.

La finestra è stata al centro di un tuo progetto creativo, perché questa scelta? Cosa rappresenta per te?

Sì, la finestra è la protagonista di una mia serie intitolata Archiwindows e comprende 25 illustrazioni legate ad altrettanti grandi architetti, da Luis Kahn a Toyo Ito, da Steven Holl a Mies van der Rohe. Questa serie di illustrazioni rappresenta una piccola riflessione sull’architettura e gli elementi che la compongono, la disegnano e ne fanno parte. Per me, le finestre sono gli occhi dell’architettura: attraverso le finestre entrano la luce e le ombre che disegnano gli ambienti. Le finestre invitano a raggiungere il paesaggio per entrarvi e sono le fessure attraverso le quali spiare l’architettura. Sono come quadri che incorniciano racconti e storie.

Ho voluto spiare come un “voyeur” la vita architettonica che si cela dietro una finestra, osservare gli architetti e i loro linguaggi come da un buco della serratura. 
Durante questo processo creativo ho provato a rendere protagonista un dettaglio per sottolinearne la capacità espressiva, perché una singola finestra può aprirsi su mondo di informazioni. Permette di affacciarsi per scorgere indizi stilistici e linguistici.Mi è sempre piaciuto gettare uno sguardo fugace dietro una finestra passeggiando per strada. Scorgere dettagli e fotogrammi per sceneggiare storie con la fantasia.

Ci racconti come hai interpretato il concetto di finestra e di luce per il progetto sviluppato con VELUX?

Si è trattato di un incontro felice fin dal principio. Una collaborazione stimolante e intrigante ma soprattutto spontanea e naturale per le affinità e i punti in comune nell’approccio ai progetti. Sono stato invitato ad interpretare un’idea, più che un prodotto. In questo senso ho passato attraverso il mio filtro il concetto VELUX e l’ho plasmato in una serie di illustrazioni. Cinque illustrazioni che raccontano cinque storie dove si mescolano quotidianità, arte e vita. La luce zenitale assume la forma delle lettere del naming di VELUX e accende la vita sugli ambienti che attraversa.

Nei loro progetti il tetto diventa protagonista e apre le braccia alla luce naturale che entra in un ambiente e, come un architetto, ne disegna gli spazi, le ombre e i colori. La luce naturale disegna tappeti luminosi e il tetto diventa il cielo che illumina e protegge l’architettura.
“Ogni giorno cerco di ritrovare un modo di osservare il mondo attraverso l’innocenza degli occhi di un bambino. I bambini sono in grado di avere una visione delle cose totalmente disinibita e senza il condizionamento dell'esperienza”

Autore

Il Team Editoriale VELUX

Data di pubblicazione

lug 31, 2024

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